Aggressione dopo Bologna-Spal, dovrà essere operato il tifoso ferrarese

La ricostruzione dell’imboscata a colpi di cinghia e mazza fatta da una delle vittime. “Mai visto nulla del genere in vent’anni di stadio”

Dovrà essere operato il tifoso ferrarese aggredito insieme ad altre sei persone dopo la partita Bologna-Spal. L’uomo, ferrarese di 47 anni, si vedrà così allungare la prognosi per la frattura della mandibola, che in un primo momento – uscito dall’ospedale Maggiore di Bologna – era di 21 giorni.
E già tornato al lavoro invece il collega, anche lui ferrarese, di 42 anni (non facciamo i nomi per ragioni di sicurezza), che se l’è cavata – si fa per dire – con ecchimosi a spalla e volto. È lui a raccontare come si sono svolti i fatti ieri, domenica, intorno alle 17.30. “Eravamo allo stadio in sette, compreso il nostro datore di lavoro, che ci aveva regalato il biglietto di gradinata quasi come premio per il lavoro. In realtà era un’occasione per passare un pomeriggio insieme tra amici”.
Dopo la gara il datore di lavoro saluta il gruppo. Rimangono quattro ferraresi (“in realtà uno vive a Ferrara ma è toscano”) e tre bolognesi.
“Siamo andati a bere una birra in un bar a 200 metri dal Dall’Ara, in attesa che si sfoltisse la bolgia del traffico post partita. Probabilmente gli aggressori hanno sentito l’accento ferrarese e, di nascosto, ci hanno seguiti dopo l’uscita dal locale”.
Il gruppo (sei persone: 4 ferraresi e 2 bolognesi) si dirige verso lo stadio, dove era parcheggiata l’auto dei ferraresi, “vicino ai pullman dei tifosi spallini”. “Per precauzione avevamo nascosto le sciarpe. La mia era annodata sopra la maglietta, coperta completamente dal giubbotto. Il mio amico aveva un fazzoletto
biancoazzurro piegato e riposto in una tasca dei pantaloni”. All’improvviso sbucano gruppetti di due/tre persone alle spalle e ai lati. Una vera e propria imboscata.
“Ci chiedono le sciarpe. I nostri amici bolognesi, tifosi del Bologna, provano a spiegargli che anche loro sono tifosi rossoblu e con noi siamo loro amici e colleghi”. Per tutta risposta quello che ha provato a moderare gli animi si prende un pugno in bocca. Riporterà la frattura del labbro. Un altro bolognese del gruppo aggredito riesce a fuggire. Un secondo, ferrarese, corre verso la polizia, distante un centinaio di metri (quando arriveranno però le forze dell’ordine ormai il fatto era compiuto e i responsabili si erano dileguati).
Il tifoso 42enne, preso dal panico, consegna la propria sciarpa. Il ‘premio’ sono due frustate con una cintura. “La fibbia mi colpisce alla spalla, lasciandomi un livido. Un secondo colpo, che mi ha un po’ tramortito, mi raggiunge alla bocca”. Ma non è lui a subire i danni maggiori. “Erano in tanti, sono sbucati da ogni dove, io ne ho contati almeno sette, ma una volta che siamo stati circondati non capivo più nulla”. Il suo collega viene colpito con “una frusta che aveva una palla di ferro all’estremità”. Una mazzafrusto, in linguaggio più militare. L’impatto è devastante. L’arma gli rompe la mandibola e la vittima “cade a terra svenuto”. L’ambulanza lo trasporterà in ospedale. Gli altrui due rimangono incolumi.
“Io non mi sono fatto medicare”, prosegue il 42enne, che oggi è tornato al lavoro. Ma con l’animo certo non tranquillo: “in più di vent’anni che frequento gli stadi non mi è mai capitata una cosa simile – confessa-. In passato sono stato allo Stadium a vedere la Juventus giocare contro Monaco e Barcellona e facevo il tifo vicino ai tifosi avversari. Una volta ho seguito la squadra bianconero a San Siro contro il Milan ed ero nella curva dei supporter rossoneri, ma non ho mai avuto problemi”.
Le vittime hanno già fatto denuncia a carico di ignoti. La Digos di Bologna ha avviato le indagini cercando di risalire all’identità dei responsabili visionando foto e frammenti raccolti dalle videocamere della zona.
Estense

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